“L’altra parte di me” di Cristina Obber, un libro edito Piemme uscito nel 2014 e rivolto ad una platea di adolescenti sembra poter far riscoprire anche agli adulti l’amore semplice e autentico che quando scatta fa tornare tutti noi un po’ adolescenti, almeno in parte per appunto, “l’altra parte di noi”.

Di amare non si decide, accade. Così Francesca, sedici anni, con il cuore in subbuglio per un semplice “ciao” su Facebook, scopre la bellezza di un grande amore: il primo bacio, la prima volta, le emozioni che non avrebbe mai immaginato di provare…
Tra desiderio e paure, lentamente scriverà la sua fiaba, diversa da tutte le altre: nessun principe azzurro, ma una principessa che si chiama Giulia, con cui crescere e lottare per una felicità possibile.

Questo libro racconta una storia semplice e comune, ma allo stesso tempo mette in luce tanti aspetti di cui, invece, non è così comune sentir parlare. Primo fra tutti il fatto che la storia tra Francesca e Giulia prende il via su Internet fra le ansie e i dubbi dati dal fatto di non vedere l’altra persona, di non sapere chi si nasconde dietro un profilo, ma allo stesso tempo l’eccitazione, la paura del rifiuto, l’attesa per un messaggio di risposta, lo stupore e l’emozione dello scambiarsi le prime foto fino al primo incontro che potrà confermare tutto quello che è stato scritto, provato, sognato fino a quel momento oppure far cadere ogni sogno e speranza.

Per Francesca e Giulia sarà così e porteranno avanti una storia fatta inizialmente di pochi incontri e lunghe telefonate, legandosi ad un livello sempre più intimo, ma sperimentando anche le difficoltà di un amore segreto del quale Francesca non può parlare con le coetanee perché non si riconosce in loro. I loro amori con i ragazzi sono diversi, leggeri e superficiali, Francesca sente di essere diversa, che il suo amore è diverso ed ha bisogno di essere protetto da tutti coloro che non capirebbero.

A complicare tutto, i ricordi di certi messaggi ricevuti da piccola che hanno un potere enorme su Francesca, come la reazione della maestra che le ricorda che le donne si sposano con gli uomini, si infila dentro di lei come un tarlo e non le permette di vivere la leggerezza iniziale di un amore e le causa sofferenza, paura di essere sbagliata e giudicata.
E poi ancora i genitori: avranno capito o no? Come la prenderanno? Per Francesca sarà dura sopportare il confronto con le coetanee che sembrano avere una vita “normale” agli occhi della sua famiglia.

Insomma, un libro per ragazzi ma che può far bene leggere anche agli adulti che hanno così la possibilità di entrare nei pensieri e nei vissuti di una sedicenne che scopre l’amore e che non ha la complicità delle amiche dalla sua parte, solo perché si è innamorata di Giulia e non di Giulio.

Francesca ha di fronte a sé le stesse sfide di ogni adolescente ed in più quelle culturali legate all’omofobia e all’eteronormatività, che emerge in modo capillare nella sua quotidianità raccontata in modo semplice ma efficace dall’autrice.

Un modo per porci delle domande su cose che a volte sembrano scontate ma non lo sono affatto, come esemplifica la storia di Francesca.

Uno spaccato positivo anche sul mondo dei Social oggi tanto discusso e temuto, in questo caso come risorsa positiva per un adolescente che cerca i suoi “simili”. Concetto chiave, questo, del successo dei Social, a mio avviso, a volte unico luogo dove gli adolescenti (e non solo) possono iniziare a vivere realtà diverse che il contesto reale non offre o limita molto. Non solo un rifugio lontano dalla realtà, come ritengono in molti, ma un luogo dove riconoscersi ed una finestra su mondi possibili che arricchiscono la vita reale.

Elena Palatresi