Mi sono imbattuto per caso in Eric & Tommy, durante un vagabondaggio su facebook (https://www.facebook.com/ericetommy/). Un fumetto nuovo, divertente e allo stesso tempo capace di toccare tematiche significative per la comunità LGBT. Lo stile del disegno, inoltre, ha subito catturato la mia attenzione per la sua freschezza e spontaneità.

Ho iniziato a seguire la pagina con costanza, aspettando con trepidazione ogni nuovo tepisodio per conoscere l’evoluzione della storia di Eric e Tommy: in Eric mi identificavo, di Tommy mi stavo innamorando…

E poi ho partecipato a un contest, ho vinto un disegno che raffigura Eric e Tommy che si baciano (che custodisco gelosamente!) e ho avuto la fortuna di poter incontrare l’autore Antonio Galota. Di seguito l’intervista che mi ha concesso.

1 – Dove hai trovato ispirazione per i protagonisti delle tue tavole? Ti senti più Eric o Tommy?
Eric , senza dubbio. Su di lui ho proiettato i miei gusti in diversi campi, senza un motivo in particolare. Condividiamo sia l’amore per il mondo nerd sia i gusti musicali: per esempio lui adora Lana Del Rey, che è una delle cantanti che ascolto più spesso.

L’ispirazione per il fumetto mi è venuta in una maniera stranissima; volevo raccontarla da un po’ a chi segue la pagina facebook. Era una mattinata estiva, giugno probabilmente, mi ero svegliato presto ma poi avevo deciso di dormire un altro po’. Richiusi gli occhi, ho fatto un sogno molto vivido in cui due ragazzi alle prese con un esame importante decidevano invece di andare a mare. Da quel sogno sono venuti fuori i due personaggi e il primo episodio, che potete trovare sulla pagina insieme ai tre successivi.

2 – Le tue tavole affrontano molti temi diversi, anche scottanti: omofobia, omogenitorialità, unioni civili, coming out, la volontà di autodeterminarsi. Potremmo definire Eric & Tommy uno spazio di “politica militante”?
In realtà il motivo principale per cui ho creato Eric e Tommy era semplicemente quello di mostrare la nascita e la crescita di una coppia gay media, per fare vedere quanto di normale ci fosse in questo. In secondo luogo, essendo oltre che disegnatore anche un grande lettore di fumetti, ho sofferto molto nell’adolescenza la mancanza in Italia di prodotti leggeri dedicati a un pubblico gay, che magari parlassero di amore senza drammi o senza ricorrere a raffigurazioni sessuali gratuite; quindi ho pensato di farne uno da me.

Poi man mano ho deciso di accogliere sempre di più tematiche di “politica militante”, come dici tu, perché penso che in certi casi usare i miei personaggi per ribadire dei concetti importanti per la comunità LGBT possa essere importante, ma di base vorrei che Eric e Tommy fossero percepiti come un fumetto leggero, che non si prende troppo sul serio e che vuole dimostrare che l’amore gay è normalità.

3  – Che cosa dobbiamo aspettarci nel futuro di Eric & Tommy?
Sta per arrivare il quinto episodio, che per il momento concluderà la serie di storie lunghe! Poi probabilmente avrò molto più tempo da dedicare alle strisce singole. Sicuramente arriveranno nuovi personaggi e ci saranno dei piccoli cambiamenti nello stile delle tavole.

4 – Le storie lunghe sono tradotte anche in inglese. Non starai pensando di fuggire! Anche se il respiro delle tue tavole è internazionale, soprattutto nel disegno…
Sì, il mio stile di disegno è fortemente influenzato dai manga, perché sono i fumetti che leggevo di più quando ero piccolo. In realtà Eric e Tommy sono frutto di un tentativo di togliere qualcosa di orientale ai miei disegni e di aggiungere caratteristiche del fumetto occidentale, per questo tutto lo stile grafico di Eric e Tommy è un work in progress, cerco di migliorarlo man mano, non mi sento ancora un professionista. Comunque a differenza di molti miei coetanei non penso di andare a vivere all’estero, stare in Italia non mi dispiace, per quanto ci siano tanti aspetti negativi.

5 – Quando mostri gli sketch preparatori fai vedere un ambiente di lavoro rainbow. Come ti descriveresti se dovessi creare una clip su di te simile a quella creata per Eric & Tommy?
Il mio ambiente di lavoro è sempre coloratissimo, anche a prescindere dalle bandiere rainbow che ho attaccato un po’ ovunque! Se dovessi descrivermi con una clip probabilmente conterrebbe tante scene degli anime che mi hanno segnato, come Sailor Moon, Saint Seiya e Utena, ma anche pagine di fumetti importanti per me come La Casa di Paco Roca o i bellissimi disegni di Flavia Biondi, una fumettista italiana che adoro. Come sottofondo musicale ci sarebbe sicuramente un pezzo di Tori Amos, Fiona Apple o Bjork.

Massimiliano Bertelli