Secondo l’accezione dello Webster’s Dictionary, il counselling è “una pratica o prestazione professionale che ha come scopo quello di guidare un individuo verso una migliore comprensione dei suoi problemi e potenzialità attraverso l’uso di principi e metodi psicologici moderni in particolare raccolta dati storici del caso, uso di varie tecniche di intervista personale e individuazione di interessi e attitudini”.

L’Analisi Transazionale ci fornisce una sua definizione di counselling, elaborata dalla sotto-commissione del Counselling dell’European Association for Transactional Analysis (EATA) che così dice:

“Il counselling analitico transazionale è un’attività professionale all’interno di una relazione contrattuale. Il processo di counselling permette ai clienti o ai sistemi di clienti di sviluppare consapevolezze, opzioni e capacità di gestione dei problemi e dello sviluppo personale nella vita quotidiana, attraverso l’accrescere dei propri punti di forza e risorse. L’obiettivo è quello di accrescere l’autonomia in relazione al proprio ambiente sociale, professionale e culturale.”

Come si vede, entrambe le definizioni pongono l’accento sulle risorse e sulle aree di positività che ogni individuo possiede.

Quando persone gay, lesbiche, transessuali consultano un professionista competente per affrontare questioni legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale, è probabile che esse portino in consultazione il disagio di chi si trova in una condizione di palese minoranza rispetto a un contesto eterosessista che fatica a riconoscere le diversità come tali.

Solo nel maggio 2016 il ddl Cirinnà intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, dopo mesi di discussioni e polemiche, ha ottenuto il sì definitivo alla Camera.

Una legge sicuramente insufficiente perché, ad esempio, non prevede la cosiddetta “stepchild adoption”, l’adozione del figlio del partner. Tuttavia un passo avanti rispetto alla legislazione precedente in quanto prevede un riconoscimento delle coppie omosessuali, introducendo l’unione civile tra omosessuali quale specifica formazione sociale e disciplinando la convivenza di fatto sia omo che etero.

Le difficoltà che ha incontrato la Legge nel suo iter parlamentare segnalano un dato culturale, una lunga storia di emarginazione e di non riconoscimento della libera espressione dell’affettività per le coppie omosessuali, che vivono pertanto uno stato di frustrazione, umiliazione, sofferenza. Le stesse persone omosessuali possono aver introiettato il pesante stigma sociale che storicamente si è sedimentato nei loro confronti, fino a soffrire di una vera e proprio omofobia interiorizzata.

Per questo motivo può essere di grande utilità l’intervento di un counsellor che, nel quadro di una valorizzazione delle risorse e delle aree di positività personali, aiuti la persona a riconoscere la legittimità delle proprie pulsioni, a definire la figura di genere in cui si identifica e il proprio orientamento sessuale, senza lasciarsi turbare dai pregiudizi e dagli stereotipi diffusi, in modo da arrivare a vivere serenamente la propria sessualità.

È questo lo scopo dello sportello di counselling LGBT+ di Performat Salute, che offre un ascolto e una guida competente da parte di professionisti che hanno ricevuto una formazione specifica non soltanto sul counselling ma anche sulle tematiche LGBT+.

 

Cristiana Vettori

foto: counselling-directory.org.uk